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La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina di Raffaele Casciaro

La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina di Raffaele Casciaro

Presentazione del libro il 4 agosto alle 20.00 in Biblioteca Bernardini

Nel chiostro della Biblioteca Bernardini il 4 agosto alle ore 20.00 presenteremo insieme a Ilaria Miarelli Mariani il meraviglioso volume del prof. Raffaele Casciaro La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina.
 
Un atlante illustrato, in formato jumbo, sulla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria in Galatina. Un progetto ambizioso che, in una veste tipografica importante, si pone l'obiettivo di documentare in maniera sistematica il monumento e fare il punto sui contributi scientifici e le più recenti interpretazioni della struttura alla luce del contesto culturale nazionale ed internazionale. Per la prima volta, alla godibilità estetica delle immagini viene coniugato un testo scientificamente robusto, ma che ha, al tempo stesso, la freschezza e la capacità della divulgazione presso un pubblico ampio e trasversale. Le immagini permettono di portare "vicino" ciò che di fatto si può nella visita cogliere solo dal basso e non nel dettaglio o che non si può raggiungere affatto. In altre parole, di rendere fruibile un capolavoro altrimenti lontano per limiti logistici, temporali, conservativi.
 

Entrare a Santa Caterina a Galatina è, per chiunque, un vero momento di vertigine. Che non esistano luoghi di marginalità per l’arte dovrebbe essere ormai affermazione sin troppo banale, che esistano luoghi d’arte di straordinario interesse che abbiamo il dovere di non far soffocare da un’idea di turismo pensato come un estivo sciamare assolato sembra cosa più complessa.

GALATINA, IN TERRA D’OTRANTO, fu per secoli centro nodale di culture, religioni (greca e latina), politiche e intrighi europei, di arte complessa in virtù del continuo scambio tra varie, e più o meno vicine, sponde del Mediterraneo e entroterra di antiche culture. La chiesa di Santa Caterina, un cantiere durato dal XIV al XVII secolo, è appunto il vertiginoso racconto per figura di questa complessità e poco, rispetto all’importanza dell’edificio o forse proprio per questo, la critica si è misurata con esso. Da ultimo, ci prova un grande volume scritto da Raffaele Casciaro (La Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Galatina, Congedo, euro 99) che riesce a coniugare la indispensabile capacità di far conoscere anche ai non addetti ai lavori l’importanza luminosa di quella chiesa e il rigore scientifico, il tutto associato a una campagna fotografica che, nella sua straordinaria estensione, si fa anch’essa strumento di approfondita conoscenza.

UNO TRA I MOLTI PREGI dello studio di Casciaro è l’aver guardato alla chiesa, al convento, all’enorme ciclo di affreschi che decora la chiesa come a un organismo da valutare da un lato in ogni sua parte con acuta attenzione, ma anche nel suo insieme, come a una straordinaria macchina la cui visione parziale avrebbe lasciato, ancora una volta, troppi giudizi sospesi. Pur nella differenza di epoche in cui l’intero monumento è stato costruito e decorato, la chiave di lettura dirimente non può che essere questa.

L’INSOLITA ARCHITETTURA, ad esempio, presenta già degli elementi di citazione della grande stagione del romanico pugliese, in primo luogo la chiesa di fondazione normanna dei Santi Niccolò e Cataldo della vicina Lecce, intesi già sul finire del Trecento, come un autorevole antico. Così la statuaria, i monumenti funebri, opere di scultori locali molto aggiornati sulle ricerche tardo gotiche e disposti a ben comprese aperture rinascimentali. Ma soprattutto è la straordinaria pelle pittorica della chiesa, alla cui creazione si succedettero diverse botteghe, nella fase più aurea tutte nel primo quarto del 400, ad attrarre lo sguardo dentro un clima rovente di stili e di diversi maestri, di vera e propria koinè tardo gotica in cui la cultura padovana si incontra con quella aragonese-napoletana e poi siciliana e quindi, meno accentuata, d’Oltralpe, per poi risalire l’Adriatico, fermarsi in Abruzzo e nel centro Italia. Il tutto trasformando ogni centimetro della chiesa in una costante officina di maestri probabilmente quasi tutti locali.

LA STRADA INTRAPRESA da Casciaro per muoversi in questo difficile spazio si intende a poco a poco, mentre si procede nella lettura del volume. L’accuratissima e minuziosa descrizione della storiografia e della critica sviluppatasi attorno al monumento, nonché dell’architettura, delle opere scolpite, delle pitture e delle loro iconografie che, a una prima lettura, sembra pensata per introdurre al monumento chi è paziente ma meno esperto di esegesi biblica, storiografica e di potere, in realtà cela un’attenta e convincente ricostruzione critica che, non cercando impossibili nomi a cui attribuire anche solo parti della chiesa, pone il lettore davanti all’individuazione precisa di un momento fondamentale dell’arte del Sud Italia e di tutto il Mediterraneo che leva alla chiesa, pur nel suo splendore, quel carattere di unicum che spesso l’ha sottratta al ruolo di fulcro di irraggiamento di stili che spalancavano a nuovi tempi l’arte.

L’aver scelto una scrittura puntuale e scarna, che rimanda e accompagna costantemente il lettore a vedere attentamente di cosa si sta parlando, assume l’idea per cui «il vedere è giudizio e insieme metodo» . Così il libro si fa anche e per tutti lezione di critica e storia dell’arte. (Luca Mozzati)

 

Raffaele Casciaro 

Professore associato di Museologia e Storia della Critica d’Arte e del Restauro nell’Università del Salento, Raffaele Casciaro è studioso molto noto di scultura lignea, specialmente di area lombarda, marchigiana, pugliese. Ha lavorato anche su argomenti napoletani e materani. Ha dedicato studi approfonditi a Giovan Angelo Del Maino, ha partecipato alle importanti mostre di Matera (Scultura lignea in Basilicata dalla fine del XII alla prima metà del XVI secolo, 2004) e di Milano (Maestri e botteghe nel secondo Quattrocento, 2005), ha curato con Antonio Cassano la mostra Sculture di età barocca tra Terra d’Otranto, Napoli e la Spagna (Lecce, 2007). Ha organizzato e curato l’ importante rassegna intitolata Tecnica e artificio: racconti di cartapesta nella storia dell’arte italiana (Milano, 2007). Si è anche occupato di scultura in terracotta del primo Quattrocento, di scultura polimaterica, di storiografia e di tecniche artistiche.

 
info e prenotazioni al numero wa 0832373576